Il tema che la Fondazione per gli Oratori Milanesi ha scelto per quest’anno è “Sostare con Te”.
Nella settimana di Melzo Incontra, che ha aperto questo nuovo anno pastorale, possiamo dire di aver davvero sostato con Gesù che a partire dalla S. Messa ci dona uno sguardo capace di ritracciare le tracce del Suo passaggio in ogni cosa, in ogni momento della vita, anche quello più doloroso – come ci ha insegnato il racconto di Honorine. Sostare con Gesù, infatti, non è un tempo di inerzia, ma di riconoscimento che Lui è con noi e di riconoscenza per la Sua Presenza che ci dona uno sguardo nuovo sulle cose.
In che senso “nuovo”? Nuovo, cioè in sintonia con lo sguardo originario, con lo sguardo di Chi ha fatto tutto: vedere come vede Dio, fin dentro la profondità di ogni cosa. Risalire all’origine di quanto si incontra per capire di più è il desiderio che muove anche la ricerca scientifica, desiderio che sottende una domanda radicale e ineludibile: «Io di chi sono?». Di chi? Valgo qualcosa per qualcuno? Negli incontri che abbiamo vissuto, quelli organizzati come quelli spontanei, abbiamo potuto sperimentare che c’è Qualcuno che ci aspetta tra le pieghe della realtà di ogni giorno, Uno che ci viene incontro mediante l’altro.
Sostare con Gesù non è un pit-stop, una sospensione dalla vita per rientrarci, ma una vita immersa nel rapporto con Lui, dentro la “comunione” con Lui ci ha detto San Paolo. E, in effetti, l’alternativa allo sguardo superficiale, che è proprio dell’idolatria di cui parla la prima lettera ai Corinzi, che si ferma a ciò che vede e non va oltre, è proprio la comunione che viviamo con Cristo in virtù del dono del Suo Corpo e del Suo Sangue. L’Eucaristia ci unisce a Lui – e sempre di più – ci attrae dentro il Suo Mistero. Lontano da Lui la vita è un peso insopportabile, perché rimaniamo bloccati nei nostri piccoli e goffi tentativi di dare un senso alla vita.
Eppure, pur sapendolo, “novantanove volte su cento” ci dimentichiamo di Lui – come ci hanno ricordato le poesie di Silvia Sireni –, diamo per scontata fino a rendere praticamente insignificante la Sua Amicizia e vuoto il nostro guardare. Allora proprio a questo serve trovarci insieme e vivere, con i ragazzi in modo particolare, l’esperienza dell’Oratorio: per aiutarci a cogliere i segni della Presenza del Signore Gesù nel quotidiano e vivere in comunione con Lui ogni momento – fondati nei Sacramenti e nella compagnia della Chiesa – perché la nostra vita sia davvero la più bella delle avventure.