27 giugno 2021
Abramo è l’uomo del cammino: ha imparato dal suo Dio, che si definisce come il Dio-della-steppa (El-Shaddai), che non sta su in alto, distante e imperturbabile, ma che cammina con l’uomo attraversando le
steppe assolate e incolte, piene di insidie e di incognite… Il Dio della steppa cammina con ciascuno di noi, si addentra in ogni anfratto della vita e non ricusa nessun rischio e alcuna paura, neppure quando dopo tanti anni sei chiamato a levare le tende delle tue sicurezze e a rimetterti in cammino, persino con qualche acciacco di troppo e con l’età che pesa sulle spalle!
Abramo è l’uomo dell’alleanza: ha imparato dal suo Dio che nel rapporto con Lui non basta il rispetto delle regole; ci vuole un legame di parentela, un legame di sangue, addirittura un… matrimonio, un vincolo indissolubile, perenne, che travalica le generazioni. Un patto, come quello educativo che in questa Casa è stato realizzato per tanti di noi a motivo di quell’amore che lo ha ispirato e che comanda, a chi se ne innamora, di fare altrettanto. Tale è l’alleanza tra Dio e il suo popolo, tra Dio e ciascuno di noi: tale è stato il legame forte, amorevole e continuativo che questa Casa e queste nostre Sorelle hanno voluto realizzare nella fedeltà dei giorni e nella pazienza dei cuori.
Abramo è l’uomo fecondo: ha imparato dal suo Dio ad amare tutto e tutti e per questo diviene padre di popoli e molto, molto fecondo. Il suo nome si dilata, così come gli orizzonti angusti della sua semplice esistenza che a volte non gli hanno permesso di vedere un futuro oltre la situazione presente. E invece il Dio-del-futuro ci rivela che la nostra natura e il nostro destino non sono tutto qui; per cui in ogni partenza, in ogni cammino si spalanca un ulteriore orizzonte che dà un nuovo nome, un nuovo significato alla nostra vita.
Abramo è l’uomo della terra: ha imparato dal suo Dio che ogni terra, anche quella in cui sei forestiero o ti trovi a disagio o persino ti fa paura, è terra buona, ti corrisponde, è data proprio a te, perché non c’è terra (ossia non c’è spazio, luogo, situazione) in cui Dio non sia presente. Discendenza e terra si richiamano a vicenda perché l’una non potrebbe stare senza l’altra; e dicono la pienezza della promessa: Dio non fa mai
niente a metà e ha cura che la nostra umanità, la nostra vocazione, il nostro personale cammino, si compia e si realizzi per la nostra felicità autentica per cui in ogni terra ci sarà una fecondità e ogni seme avrà una
terra in cui impiantarsi, persino il seme dell’età avanzata o della malattia, così come quello dei nostri affetti o delle tante relazioni custodite.
Abramo è l’uomo segnato: ha imparato dal suo Dio che anche la carne e il sangue hanno un valore e che addirittura Dio stesso pone lì il suo segno. La circoncisione indica che proprio l’ambito della vita e della
genitalità è segnato da Dio, è anzi il luogo (la terra!) della sua incarnazione. E’ quindi ora e tempo di rendere grazie anche e forse soprattutto per la vita verginale di queste nostre Sorelle che è il segno con cui ci hanno servito e di cui sono state testimoni per tanti decenni: donne segnate nella loro carne dalla presenza irrompente, feconda e generativa di Dio stesso, a motivo del quale e solo a motivo del quale queste Sorelle hanno dato la loro vita a noi, a tanti ragazzi e a tanti e tante giovani! Non scordiamolo! Perché proprio questo deve rimanere di loro: gente segnata da Dio in anima e corpo è passata tra noi! E noi cosa ne abbiamo fatto? Cosa abbiamo compreso? Cosa abbiamo imparato da questo passaggio lungo più di sessant’anni?
Infine, Abramo è l’uomo del riso: ha imparato dal suo Dio a ridere nel modo giusto, non per deridere i suoi progetti o scrollare la testa di fronte alle sue promesse esagerate; bensì per imparare a sorridere con
pazienza infinita della nostra poca fede, della nostra testardaggine e, spesso, della nostra insipienza. Dio per fortuna sorride sempre all’uomo e in Isacco (il sorriso di Dio) continua a donarci un futuro, un domani, una discendenza, una vita che prosegue sempre giovane e sempre nuova.
Anche per voi Sorelle! Anche per noi che oggi vi salutiamo e ringraziamo: se Dio sorride, si può continuare a sperare e a gioire; se Dio sorride, niente e nessuno sono perduti; se Dio sorride, anche ciò che oggi accade
ha valore e pienezza di senso; se Dio sorride, i semi gettati avranno il loro frutto; se Dio sorride, non finisce nulla, ma tutto è una nuova opportunità.
Sara, la moglie di Abramo, viene chiamata “principessa e madre di re”: care Sorelle, ovunque sarete sentitevi allora chiamare con questo nome perché ciascuna di voi per Dio è la sua principessa amata; ognuna di voi è addirittura madre di re, perché… “chiunque fa la volontà del Padre mio questi è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12, 50)!