Il viaggio di Gesù: verso la verità
C’è modo e modo di viaggiare.
I milanesi viaggiano di fretta, il tempo è prezioso e non è mai abbastanza, sono impazienti. Hanno premura di arrivare a destinazione. C’è una battuta che dice: “Chi va piano, non è di Milano”. Siccome hanno fretta, alcuni non hanno pazienza di aspettare il treno e di usare i mezzi pubblici: il risultato è
che si mettono in coda per ore, ogni giorno. I milanesi viaggiano di fretta.
Perciò sorprende considerare come viaggia Gesù. È in viaggio verso la Galilea, si ferma però a parlare con la donna samaritana per un dialogo di straordinario interesse e poi si ferma addirittura due giorni. Il suo modo di viaggiare è una rivelazione: più che la meta gli interessa la gente.
Entra nel paese straniero e forse persino ostile nei confronti dei Giudei, come per dire: ho tempo per voi, mi sta a cuore la vostra vita, c’è nella vostra storia una verità più profonda della cronaca e dei pregiudizi, c’è una verità che trasfigura la vita e dona libertà e gioia.
Anche questo tempo strano e complicato, questo rallentarsi di tutto, questo rarefarsi di attività e di incontri, questo viaggio che si è interrotto e che provoca danni enormi all’economia e all’immagine della nostra terra, forse può contenere una occasione propizia per un dialogo con Gesù che si ferma
accanto a noi, se ci fermiamo un po’.
Dialogare con Gesù per riconoscere il significato delle cose.
Se ci fermiamo un po’ a dialogare con Gesù, possiamo imparare meglio il significato delle cose: le cose di tutti i giorni, infatti, hanno una voce, possono dire qualche cosa.
L’acqua, per esempio: l’acqua si può trattare come una cosa, un oggetto; l’acqua si può trattare come un prodotto da vendere, da comprare; l’acqua si può trattare come un dono da offrire: avevo sete e mi hai dato da bere.
La parola di Gesù rivela un significato più alto e necessario dell’acqua: l’acqua è l’immagine per dire dello Spirito, per rispondere alla sete, non solo alla sete di un corpo sotto il sole, ma alla sete di vita, di vita eterna.
Se ci fermiamo un po’ le cose ordinarie rivelano il loro significato più alto e necessario: l’acqua, il pane, il vino, il seme, il vento.
Viviamo in un mondo che parla e rivela quello che Dio vuole dirci, quello che Dio è: ce ne parla Gesù.
Dialogare con Gesù per interpretare gli affetti, i legami e le solitudini.
Se ci fermiamo un po’ a dialogare con Gesù, possiamo imparare come interpretare gli affetti, i legami d’amore, la storia delle nostre relazioni.
La donna samaritana nel dialogo con Gesù si dichiara libera. La parola di Gesù dà un nome a questa libertà: tu non sei libera, sei sola; tu non sei libera, piuttosto sei stata più volte abbandonata.
Anche noi possiamo entrare più profondamente nella dinamica degli affetti, reagire a quella che sembra una ovvietà indiscutibile che condanna alla precarietà dei legami e ritiene ineluttabile che l’amore sia destinato a spegnersi.
Gesù suggerisce invece che l’amore è una decisione in cui è iscritta la vocazione alla fedeltà, l’intenzione di giungere fino al compimento. Il nome dell’amore che abita il tempo è “fedeltà”.
Dialogare con Gesù per conoscere che Dio è spirito e cerca adoratori in spirito e verità.
Se ci fermiamo un po’ a dialogare con Gesù, possiamo essere introdotti alla conoscenza di Dio.
Il dialogo con Gesù abbatte i pregiudizi spontanei che l’umanità e la tradizione religiosa si ostina a ritenere indiscutibili a proposito di Dio. Che Dio possa essere contenuto in un tempio, quindi escluso dalla vita; che Dio chieda adempimenti devoti circoscritti in un tempo, quindi estraneo alla vita quotidiana; che Dio sia una potenza enigmatica che chieda sacrifici e comportamenti come condizioni per trattenere i suoi castighi sono pregiudizi su un Dio immaginario.
Chi può rivelare la verità di Dio è Gesù, il Figlio unigenito che è Dio ed è nel seno del Padre (Gv 1,18).
Gesù insegna a pregare in spirito e verità, quindi nella sincerità del cuore che conosce Dio come Padre e si lascia conformare a Gesù dallo Spirito Santo, in ogni aspetto della vita, del pensiero, dell’amare.
Conclusione
Il viaggio, senza fretta, di Gesù che attraversa la terra ostile di Samaria, è l’occasione per fermarsi un po’ con lui: egli accetta l’invito. Lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni (Gv 4,40).
In questo nostro tempo di vita rallentata, di attività sospese, di incertezze possiamo fermarci un po’ con Gesù e imparare il significato delle cose, la vocazione iscritta negli affetti, la verità di Dio.